venerdì 10 ottobre 2008

LETTERE A 2 TEMPI (Marsiglia - Avignone)

Leggi la prima lettera: Pisa – Marsiglia
Leggi la prima risposta di Enzo

Caro Enzo,
sono agli antipodi le nostre città quanto siamo contrapposti io e te, come bloggers e come vespisti.
Tu totalizzi 150 ingressi al giorno (cifre da blogstar!), io non vado sopra i 60.
Tu spettacolarizzi la tua incompetenza in fatto di motori e non sei in grado di smontare una candela, io mi sforzo di scovare notizie nella capitale più lessa d’Europa.
I tuoi lettori amano te (carismatico maestro del “volemose bene” e del “facciamo gruppo”) e si tormentano a scrivere in inglese pur di lasciare un commento, i miei adorano Lisbona e si espongono pochissimo.
Tu sfoggi un linguaggio stiloso e forse ti ispiri a Max Pezzali (definendo Londra “scorbutica e troia più che mai” imbocchi le atmosfere triviali del videoclip di “Un giorno così”), io non prendo licenze e la mia sintesi può infastidire.
Tu viaggi con Maccherone (grado zero della passione motoristica), io puntavo a Lisbona con Ciccio Cuzzola, uno che col cacciavite in mano fa miracoli.
Ma dopotutto io leggo te e tu leggi me, e quindi riconciliamoci e “volemose bene”, carismatico maestro.
Come sai lascerò Lisbona a dicembre, per cui non ti dirò cosa mi spinge a restare, piuttosto cosa mi ha spinto a tornare dopo l’Erasmus.
Ebbene sì, volevo nascondermi e ritardare ogni decisione sul mio futuro: quella patina di oblio e isolamento che avvolge il Portogallo è un richiamo fortissimo per un neolaureato che pretende “riflettere” le attenzioni da se stesso. Sono qua, arroccato ai margini dell’Europa.
Conclusi gli studi ti senti “con un mappamondo tra le mani” (parole tue), e la paura di atterrare male mi ha dirottato su Lisbona, abbagliato dai fantasmi dell’Erasmus e in una comoda posizione di stand by.
E tu, sei capace di farti una simile autocritica?
A Pisa decantavi Shakespeare in calabrese e compravi manuali di fotografia erotica. Eri il bohemienne di Piazza Guerrazzi, millantavi di conoscere i vini e ti lasciavi fotografare così:



Sei stato il leader dei “sensibili”, un gruppo di aristofrick che in un delirio di incensi profumati e artigianato etnico blateravano di autocoscienza e senso della vita, citando il sociologo Alberoni e ascoltando i pezzi di Ornella Vanoni. Invitavi gente ai tuoi cineforum e alla fine aprivi il dibattito. Ecco, perché uno come te, così attratto dalle atmosfere intime e raccolte ha scelto di vivere a Londra, la città più dispersiva e individualista che ci sia?
In fondo Enzo una cosa in comune ce l’abbiamo: pure io e Ciccio durante il nostro viaggio in vespa ci siamo fermati ad Avignone. Al ristorante ti consiglio di evitare i menù turistici: servono la carne fredda.
Un abbraccio e buon proseguimento,
Bresci

Enzo risponderà all’indirizzo letsvespa.tumblr.com.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

dimmi un pò...

son mesi che ti leggo ormai con passione e gioia.

ho trascorso dieci fantastici giorni a Lisbona durante le vacanze targate 2007. Tanto belle da voler ritornare nel 2009 e poi da neolaureato per viverci.

Cosa può offrire per te questa terra ai confini dell'Europa, il tutto che sono un aspirante ingegnere civile? C'è lavoro? Quali sono i maggiori problemi di questa terra, di questa città che tu definisci "lessa"?

E secondo te, come sarebbe viverci per un napoletano (se sei stato a Napoli avrai ben presente il costante caos regnante per le strade ad ogni ora del giorno... la vitalità e la cordialità della gente...). Come sono realmente i lisboeti?

Sandro Noto ha detto...

difficile, difficile...
napoli e lisbona sono (o sono state) due importanti città portuali: ecco, mentre il lisboneta è serio e introverso come il tipico uomo di mare, il napoletano sovverte questa regola. almeno secondo l'immaginario classico...
ma sono tante le cose in comune tra queste due splendide città: la conformazione territoriale, l'incrocio di atmosfere aristocratiche e decadenti e la speranza di ripartire.
di lavoro nel tuo settore ce ne è tanto, anche se il vero e proprio boom dell'ingegneria civile a lisbona c'è stato 10 anni fa, con la costruzione dell'expo, del ponte vasco da gama e della linea rossa della metro, solo per citare alcune opere. tutto con i soldi della comunità europea, una vera manna per il portogallo.
ma tuttora guardando in aria non faccio altro che vedere gru: in centro come in periferia c'è un numero insolito di ristrutturazioni...

Anonimo ha detto...

infatti a me l'idea fondamentale è venuta guardandomi intorno quando ci son stato. Nella periferia, andando verso Cascais, o anche verso Torres Vedras, era un tripudio di gru e lavori in corso.

Poi la città lo dà davvero.

Peraltro ho avuto modo di vedere che anche lì amano il calcio in modo incredibile...