Si dice che solo a quest’incrocio si parli ancora il vecchio calão, il dialetto dei bassi fondi. Due strade e una piazza, nel cuore del decaduto quartiere portuale di Lisbona, Cais do Sodré, dove le leggende si mescolano allo squallore. Rua do Corpo Santo, Rua Nova do Carvalho e Praça de São Paulo, un tempo la Broadway dei marinai, oggi patetica messa in scena dei tempi che furono. Anziane prostitute, storpi, alcolizzati e malavitosi di mezza tacca si riuniscono ogni notte nei quattro locali che hanno resistito al tramonto di quell’epoca.
“Cosa? Non lo so, ma ti chiamo una donna che lavora qui da trent’anni”, mi dice la barista dell’Oslo.
“Maria, Maria!”, urla con la voce roca.
Dal fondo della sala appare una prostituta, con una grossa scollatura, una maglia di cotone marrone sulle spalle e il viso segnato dalle rughe. Si siede accanto a me su uno sgabello di fronte al bancone.
“Che vuoi Joana?”
“Questo ragazzo mi ha chiesto perché tutti i locali qui intorno hanno il nome di una città del nord Europa. Tu lo sai?”
La donna mi stringe una mano, e il suo sguardo materno, ma carico di malizia, mi trova in difficoltà.
“Per attrarre i marinai stranieri, che fino agli anni ’70 venivano qui a cercare sesso e whisky a basso prezzo. Erano tutti inglesi, danesi e norvegesi quegli zozzi. Uno vedeva un bar col nome della sua capitale e per patriottismo c’entrava dentro, hai capito? Poi hanno aperto quel porto lì, Santa Apolónia, e qui siamo rimasti senza un soldo per campare”.
“E adesso come fate a tirare avanti? Chi sono i vostri clienti?”
“Gente nostalgica, qualche portoghese che da allora non ha mai perso il vizio. Non si sono rinnovati loro e come vedi non ci siamo rinnovate neanche noi”.
giovedì 20 novembre 2008
NEL TRIANGOLO DEI MARINAI
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3 commenti:
bellissimo post!
in effetti non ero mai riuscita a capie perchè i locali di cais de sodrè avessero quei nomi!
dovrebbe diventare un libro questo blog!
tutte storie e curiositá molto interessanti... complimenti
eh, addirittura...grazie a entrambi!
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