lunedì 7 aprile 2008

SE SEGUI IL PREFISSO AL...

In portoghese tutte le parole che iniziano per “Al” derivano dall’arabo. Ad esempio alface (lattuga), alfândega (dogana), algazarra (schiamazzo) e alfaiate, che significa sarto. E le ultime sartorie ancora aperte a Lisbona appartengono proprio a giovani musulmani, in prevalenza provenienti dall’India, dalla Guinea e dal Pakistan. Mohammad Ameen ha trent’anni, è di Lahore, una città nel nord-est del Pakistan, e dal 2005 gestisce in Calçada da Estrela l’atelier “Alfaiate Islam”.

Come sei arrivato in Portogallo?
A Lahore facevo il controllore di pelli per una fabbrica legata al gruppo Ikea. È stato il mio lavoro a partire dal 1993, quando avevo quindici anni. Poi nel 2004 un dirigente mi propose di frequentare un corso di specializzazione in Germania, ed io accettai. Lasciai il Pakistan con un permesso di studio che durava sei mesi, ma arrivando in Europa capii gli enormi vantaggi economici che avrei avuto rimanendo qua. Così andai alla ricerca disperata di un visto tra Francia e Germania, senza però ottenere nulla. Alla fine, pochi giorni prima dalla scadenza del mio permesso, un amico mi informò che il governo portoghese stava riaprendo i flussi di immigranti extracomunitari, e in meno di una settimana arrivai a Lisbona.
Cominciasti subito a lavorare come sarto?
Sì, appena regolarizzai la mia situazione fui assunto da un sarto indiano. Sono rimasto con lui fino al 2005, poi decisi di rischiare e di aprirmi questo atelier.
Dove hai imparato questa professione?
È sempre stata la mia passione, che ho appreso osservando mia madre cucire. Gli altri bambini giocavano per strada ed io rimanevo con lei a rammendare e scorciare pantaloni. Durante il periodo di lavoro in fabbrica mi esercitavo di notte, appena rientravo in casa.

Mohammad Ameen nella sua sartoria di Calçada da Estrela

Il sarto è un lavoro comune in Pakistan?

Sì, tanti bambini dall'età di sei o sette anni vengono mandati nelle sartorie ad imparare il mestiere, e in genere impiegano cinque anni a completare la formazione. In Pakistan però i sarti non sono unisex: gli uomini lavorano per gli uomini e le donne per le donne.
Chi sono i tuoi tipici clienti?
L'80% dei miei clienti sono portoghesi fra i 30 e i 40 anni, per il resto indiani. Lavoro molto per le persone grasse del quartiere, che non riescono a trovare nei negozi un vestito della loro taglia.
Nel medioriente ci sono tecniche di cucitura diverse rispetto all'occidente?
No, i metodi sono simili, e pure i tessuti. Ad eccezione dell'abito da sposa però i vestiti occidentali sono più elaborati.
E come è fatto l'abito da sposa pakistano?
Ah, è bellissimo, pensa, lo fanno sempre le madri: iniziano quando le figlie sono piccole, e per completarlo possono metterci anche dieci anni. È costituito da una gonna molto larga, da una tunica e da un velo, che è chiamato così, ma pesa intorno ai 20 chili; sopra infatti ci vengono cucite molte decorazioni, perfino metalliche. Aspetta, prendo le stoffe e ti do un'idea di come è fatta la composizione del mantello.


La moda occidentale e quella orientale si influenzano a vicenda?
Qui in Europa ho notato che le gonne estive hanno un taglio tipicamente orientale, mentre da noi è molto forte l'influenza occidentale sui vestiti maschili. La nostra moda femminile invece non si è mai evoluta a causa dei principi religiosi. Soltanto nelle grandi città le donne più ricche portano i pantaloni.
A Lisbona che lavoro fanno la maggioranza dei pakistani?
Quelli che non fanno i sarti lavorano nella muratura, al nero oppure pagati col salario minimo, che in Portogallo è di 3 euro e 25 centesimi all'ora. È poco, ma i 100 euro che riescono a mandare a casa ogni mese valgono più del doppio di uno stipendio medio pakistano, pari a 450 Rupia, 45 euro esatti.
E tu quanto guadagni?
Togliendo tutte le spese mi rimangono 500 euro mensili: 300 li tengo per me e 200 li invio alla mia famiglia.
A Lisbona che relazioni ci sono tra gli immigrati del medioriente e quelli dell'Africa?
Nessuna, solo qualche contatto con i guineensi, che in prevalenza sono musulmani, e coi mozambicani di origine pakistana. Sia dall'India che dal Pakistan infatti, a causa delle antiche rotte commerciali dei portoghesi, c'è sempre stato un notevole spostamento di persone verso il Mozambico.
Dai portoghesi siete visti meglio voi o gli africani?
Io credo che ai portoghesi l'africano faccia più paura: l'immigrato del medioriente porta con se soltanto il bisogno di lavorare, quello dell'Africa anche un risentimento storico motivato dal colonialismo. È la stessa cosa che provano gli indiani che emigrano in Inghilterra.
Qual è la cosa che ti piace più di Lisbona?
Il clima, è abbastanza simile a quello pakistano.
E la cosa che ti piace meno?
La pietra con cui sono fatti i marciapiedi, come si chiama? La calçada portuguesa, ecco: quanti scivoloni c'ho preso...

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