venerdì 25 giugno 2010

GIÙ LA TESTA

Dal piano stradale (Rua Actor Vale, Alameda) sembra un elegante vano trapezoidale rivestito di azulejos. Sarà l'eremo di un vecchio insegnante di geometria solida?


Arredamento essenziale, così il professore non dovrà mai più ripetere i calcoli del volume libero.


Poi mi avvicino al portone, abbasso lo sguardo oltre la grata e...fallisce il mio teorema.

martedì 22 giugno 2010

MIRAGGIO A TRE BOTTONI

Accade solo una volta all'anno di fronte alla cattedrale di Lisbona, nell'ultima notte di primavera.
Forse sono le donne della vicina Alfama, che svuotano l'armadio dei mariti per la nuova stagione.
Oppure è un magico effetto della coscienza climatica dei cittadini, desiderosi di caldo e indumenti leggeri, ormai stanchi di coprirsi.
Nessuno potrà mai spiegare l'apparizione di queste giacche abbandonate.

Passano all'alba un vagabondo alcolizzato e un giovane pakistano diretto in Mouraria. Sostano increduli della fortuna avuta.
Le provano, controllano le cuciture delle tasche e si allontanano portandole addosso.
Comincia l'estate.

lunedì 14 giugno 2010

LA SCALA NELLA ROCCIA

Sebbene influenzato da regole editoriali, qualunque scrittore può scegliere il finale del suo libro. Così un regista, tra le innumerevoli ambientazioni disponibili, seleziona a piacimento l'immagine più adatta per chiudere un film.
Anche la nostra vita nelle città è un racconto, eppure quando partiamo siamo costretti ad allontanarci sempre dagli stessi luoghi, senza arbitrio: l'aeroporto, la stazione o un casello autostradale.
Sarebbe bello invece se ognuno potesse inventare la propria via di fuga.

Su uno scoglio di Cascais c'è una scala che affonda nella roccia e porta all'ingresso di un tunnel oscuro.

Spesso dall'esterno ho cercato l'uscita senza mai trovarla.
Certo, potrei scoprirla percorrendo la galleria con una torcia elettrica, ma ogni volta che mi sono avvicinato all'ingresso, mescolata al frastuono del mare, ho avuto l'impressione di sentire l'eco dei colpi di un piccone.

venerdì 11 giugno 2010

LISBONA RATTOPPATA

Finanziando la riparazione di 100 buche sparse sugli asfalti di Lisbona, l’azienda Tesa, produttrice di strumenti per il bricolage, ha escogitato un singolare connubio tra sponsorizzazione ed arte urbana. Le toppe si vedono come sulle maniche della giacca e c’è scritto Piso (suolo) Reparado.

Rua Áurea (Baixa)

Rua Dom Pedro V (Principe Real)

martedì 8 giugno 2010

IL FARO DI MARVILA

A marzo una notte ho visto una scala arrampicata sul promontorio roccioso di Marvila, un’appendice portuale distesa a est verso il quartiere di Olivais. Intorno c’era un dirupo coperto di spazzatura e dei magazzini dismessi.
Faceva buio e non ho avuto il coraggio di seguirla.

Ci sono tornato tre mesi dopo per scoprire cosa mi spingeva a farlo.

Chissà da quanti anni è spento il faro di Marvila. Le navi non le richiama più e assiste beffato al passaggio dei treni.
Desolato in cima a un avamposto non ha smesso però di lanciare segnali sui tetti di Lisbona, come invisibili scie magnetiche.
È piuttosto misterioso, ma ogni tanto qualcuno arriva qui e non sa spiegarsi perché.

domenica 6 giugno 2010

LA FAMIGLIA DEI BICAMALEONTI

L’Elevador da Bica, il più celebre ascensore pubblico di Lisbona, è stato giallo dal 1892. A gennaio scorso però si è mimetizzato.

giovedì 3 giugno 2010

MANÉ

La vita pubblica di Mané comincia a Lisbona, nel giorno in cui aprì il Tejo Bar.
Il suo passato brasiliano è una leggenda semi-sconosciuta.
Di sé e della vita trascorsa diceva soltanto: “Quando fuggi da un regime cambi Paese, quando fuggi da una donna cambi continente”.
Chissà chi lo perseguitava, quali tormenti l’abbiano condotto in Portogallo.

Il Tejo Bar è un microcosmo ad Alfama che non ho mai amato.
Piccolo e accogliente, ma liturgico.
C’era un momento della notte in cui Mané imponeva il silenzio per cantare o recitare brani uditi mille volte, come fossero preghiere.
I clienti, fedeli, lo ascoltavano e improvvisavano altre “performances”, guidati dal suo carisma.
Mi affascinava l’atmosfera da setta segreta, ma provavo disagio.

L’estate scorsa, in volo per il Brasile, Mané è stato colto da un maledetto arresto cardiaco.
All’arrivo i medici l’hanno salvato, ma le sue condizioni restano incerte. Nessuno sa quando ritornerà ad animare il Tejo Bar.
Intanto lì lo aspettano con una sua sagoma di cartone appesa al soffitto.
Ieri sera l’ho guardata tante volte, pensando che ho avuto la fortuna di conoscere quest’uomo.