lunedì 11 febbraio 2008

POLICIA 1 BLOGGER 0

Venerdì 8 Febbraio, ore 19.00. “Lisboa a quem a vive, Lisboa a quem a vive!” è lo slogan urlato dagli ottanta manifestanti. Lisbona a chi la vive: una frase dipinta in una delle pareti del Gremio Lisbonense, la più antica associazione culturale della città. Cinque poliziotti bloccano l’ingresso. Centosessantasei anni di storia accatastati nei camion dell’impresa di traslochi che sta eseguendo l’ordine di sgombero emanato dal tribunale, tra casse di birra Sagres e rotoloni di carta. Sollevata come un trono, un operaio porta giù la poltrona da barbiere dove gli anziani soci, fino al giorno prima, si erano fatti rasare. E sulla tromba delle scale si uniscono le voci: “Depressão policial, terrorismo oficial!”, e poi “O Gremio è nosso, o Gremio è nosso!”, mentre un vecchio, allontanadosi dalla folla, mi appoggia una mano sulle spalle dicendo: “Força jovens, força!”.

Novembre 1998. Gli eredi dei locali che dal 1842 ospitano il Gremio Lisbonense, situato nella centralissima Praça Dom Pedro V, meglio nota come Rossio, espongono denuncia contro l’associazione per avere sostituito alcune assi del pavimento di legno della sala sud dell’immobile con un mosaico. Si apre una battaglia legale mediata dalla Câmara Municipal de Lisboa, e destinata a durare dieci anni. I proprietari, che più volte hanno ricevuto offerte d’acquisto da parte di banche e società assicurative, chiedono lo sfratto.
In base ad antiche clausole e a delibere comunali che definiscono il Gremio come un’istituzione non lucrativa di interesse collettivo, per l’affitto dell’immobile, la cui veranda apparteneva alla sede della Santa Inquisizione, i soci hanno pagato fino a dicembre 2007 una quota mensile di 400 euro.

Venerdì 8 Febbraio, ore 19.30. Dal Rossio, passando sotto l’Arco da Bandeira, arriva in Rua dos Sopateiros una camionetta della polizia, che inchioda a sirene spiegate davanti alla sede del Gremio Lisbonense. Scendono dieci agenti in tenuta antisommossa che a spallate si fanno largo tra gli ottantenni soci del circolo, che sostenendosi alle pareti o ai propri bastoni tentano di lasciare l’atrio. Calpestando i manifestanti seduti sulle scale, i policiais salgono la prima delle due rampe che portano all’ingresso. Appena la squadra arriva sul pianerottolo, un ragazzo blocca con le mani la caviglia di uno degli agenti, che tira strattoni ma non riesce a liberarsi. Un socio intuisce quello che sta per succedere e grida: “Cobrem-se a cabeça!”. Non passano due secondi che iniziano a piovere manganellate da tutte le parti. Colpito su un polso cado a terra e vengo travolto dalla folla che indietreggia. Stretto tra una parete e le gambe dei manifestanti respiro a malapena, e riesco a rialzarmi aggrappandomi ai maglioni dei ragazzi che mi stanno davanti. Ci troviamo tutti schiacciati contro un angolo del pianerottolo, e non ho lo spazio per prendere la videocamera dalla tasca del giubbotto. Poi, scalciando con gli anfibi, i poliziotti ci costringono a uscire dal palazzo scivolando sui gradini. Per strada tutti si sparpagliano agitati: chi ha avuto il tempo di proteggersi la testa si precipita nei bar intorno al Rossio per mettere del ghiaccio sul collo e sulle braccia contuse. Tutti gli altri corrono verso l’ospedale di São José a farsi ricucire le ferite sul capo, piangendo e gridando: “Fascistas, fascistas!”.

Policia 1 Blogger 0. Ho appreso che in portoghese manganello si dice cassetete, e manganellata bastonada. Anche così si imparano le lingue.
Proprio in questa settimana avrei voluto pubblicare un servizio sul Gremio Lisbonense, un luogo che era la metafora di questa città, mescolando aristocrazia e decadenza, dove i vecchi, come dicevano loro, andavano a “matar o tempo”.




Manifestanti di fronte alla sede del Gremio prima della carica




Il cassone di un camion usato per lo sgombero


All'indirizzo http://www.tvnet.pt/noticias/video_detalhes.php?id=19585 trovate il video della carica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E t'ha detto bene che ti hanno colpito al polso... Se ti colpivano al polpaccio ora nn saresti qui a raccontarlo!

Becio ha detto...

Sandro che bello rivederti coinvolto nella tua passione di giornalista! Quanto mi mancavano i tuoi reportage! Però stavolta hai rischiato un po'... mi spiace non aver vissuto con te queste esperienze...

Un abbraccio!

Becio

Anonimo ha detto...

Minchia Bresi, ho visto solo ora il video.. perdio.. eri davvero in mezzo alla bolgia manganellata!!