venerdì 8 febbraio 2008

CIECO CONTRO ZOPPO

Pedro è il cieco di Areeiro.
Col bastone e la cassetta dell'elemosina ha inventato uno strumento a percussione che batte a ritmi serrati sulle carrozze della metropolitana di Lisbona.
Dalla prima all'ultima corsa, a mendicare "moedinhas pretas", monete scure, come i portoghesi chiamavano i centesimi dello scudo, fatti in ottone, e ancora oggi chiamano i centesimi dell'euro.
Poi, all'una di notte, la metro chiude, e Pedro ritorna alla sua stazione: Areeiro, in fondo alla linea verde.

Areeiro è un quartiere brutto, lontano dalle strade del Bairro Alto, della Baixa, di Alfama e Madragoa. Hanno dei nomi bellissimi, queste strade: Rua dos Bacalhoeiros(1), Travessa da Agua de Flor, Escadinha Quebracostas(2).
A casa loro, al numero 73 di Rua do Poço dos Negros, dei capoverdiani gestiscono una locanda che apre ogni notte, alle quattro. Cucinano cachupa(3) e pollo fritto, per i neri che tornano dal porto, per i vagabondi, o per chi si trova a passare.
Io mi trovavo a passare la notte che ci vidi Pedro, il cieco di Areeiro.
Mi sedetti al suo tavolo. Pedro alzò la testa e disse: "Coxos malditos", maledetti zoppi.

Mi raccontò di un mendicante zoppo che una settimana prima, alla stazione metropolitana di Restauradores, tentò di rubargli le monete dalla cassetta, e che lui se ne accorse e lo aggredì. Tutti i mendicanti della Baixa, informati dell'episodio, si precipitarono alla stazione di Restauradores, chi per aiutare lo zoppo, chi per aiutare lui, Pedro. Ci fu una rissa.
Nel tempo, mi spiegava, gli accattoni di Lisbona si sono raggruppati in due fazioni: da una parte i ciechi, gli zingari e i parcheggiatori abusivi, dall'altra gli zoppi, i venditori indiani di fiori e le donne rumene coi bambini al collo. I piccoli suonatori di fisarmonica, invece, si sono sempre mantenuti neutrali.
"Inoltre, ad Alfama, noi ciechi pratichiamo una sorta di ricatto sentimentale. Bussiamo alla porta delle persone per chiedere soldi, e a chi si rifiuta di farci un'offerta diciamo, in lacrime, che non sanno cosa significhi non poter vedere, vivere nell'oscurità. Nessuno resiste".
E mentre il capoverdiano mi faceva il conto sulla tovaglia di carta, pensavo che era troppo facile non credere a Pedro.


(1) Via dei "lavoratori del baccalà"
(2) Scalinata Spaccaschiena
(3) Piatto capoverdiano a base di ceci, mais e uova fritte

3 commenti:

hotel ha detto...

ciao, complimenti per il blog, sono curiosa di capire come mai ti sei trasferito a lisbona

Sandro Noto ha detto...

mi piace...

Elettra ha detto...

Ho sbirciato il tuo blog e mi ci sono persa, ho visto le foto e letto le tue storie e volevo ringraziarti perché perdermi dentro Lisbona e viverla è esattamente quello che vorrei fare e sembra, leggendoti, che sia davvero la cosa più bella al mondo.

Elettra